Pensate al popolo dei tifosi, ma quelli veri che sgobbano dalla mattina alla sera per non soffrire la quarta settimana del mese, che leggono di plusvalenze, società ombra in paradisi fiscali, trustee, borsa che palleggia umori e affari: la scoperta delle plusvalenze, praticamente una maniera per sistemare i bilanci gestendo la quotazione dei calciatori (a parte il caso Ronaldo per la Juventus autentica operazione finanziaria studiata a tavolino) e modellare così i bilanci. Ma calcio ed economia sono da sempre una mina neanche troppo vagante. La vicenda Juventus e il cosiddetto metodo Paratici ha riportato alla luce non per esempio le inquietanti vicende legate alla quotazione in Borsa, che in Italia riguarda da vent’anni solo Juventus – ancora – Roma e Lazio. Chiaro che le notizie di calciomercato hanno un peso, ed ecco percvhè un annuncio è preferibile prima della chiusura dei listini: ma quali? Borse asiatiche? Londra? Wall Street? Cose che sfuggono ai comuni mortali. Il calcio in epoca di pandemia non naviga nell’oro ma scopre sempre che ha miniere ricchie di pepite dove sanno come andare a scavare i soliti noti, ed a volte anche insoliti. Un altro vocabolo ormai di moda è: fondi. Non quelli senza fine ma i soldi messi a disposizione dai gruppi finanziarti italiani ma soprattutto stranieri per contare su un anticipo consistente per gestire senza drammi l’attività. I fondi per la Media Company che avrebbe dovuto gestire i diritti tv per la Lega serie A ci hanno provato ma senza successo. Ma ci sono club, come la Sampdoria che ha affidato ad un trust il piano risanamento, o la dirimpettaia o ancora l’Udinese che hanno stretto accordi importanti. Football Financing ad esempio – calzante – è il track record di Azimut Direct. Le operazioni rientrano nel piano Garanzia Italia gestito e rilasciato da SACE, servizi assicurativi e finanziari per le imprese. Il Napoli non per esempio non ha aree di sofferenza non finirebbe nella centrale rischi e potrebbe accedere al piano di finanziamento senza problei, così da puntellare ulteriormente le ambizioni di un club che ha fatto del rispetto del fari play finanziario il suo fiore all’occhiello. Calcio e soldi è anche impianti: pensiamo al piano Gabetti per il calcio, col super bonus stadi rimessi a nuovo con finanzimenti senza spargimento di risorse e condizioni che consentirebbero ai prorpietari degli impianti (quasi sempre i comuni, almeno nel 90% dei casi) di ovviare ad una piaga del calcio italiano: gli stadi, orribili. Basta girare in Europa o in quelle zone del mondo che per oleografia riteniamo arretrate rispetto al cosiddetto mondo civilizzato che invece sfoggiano strutture di rara bellezza e modernissime, dai posti riscaldati ai servizi annessi e connessi. In tutto questo bailamme, sotto traccia ma non troppo la Federcalcio presieduta da Gravina sta progettando un sistema pallone che la renda sempre meno sotto attacco delle Leghe, in particolare la LND commissariata con Abete coi suoi grandi numeri spesso decisivi nell’assegnazione della carica al massimo soglio dell’apparato governativo del pallone. La A è continuo maremoto per le intempernze dei presidenti, la B come Balata esprime ordine, struttura, impegno e le campagne civili della Lega di C stanno offrendo una visione “impegnata” della terza serie, un tempo tristemente famosa per calci calcioni e rogne societarie. Non da meno l’importanza del Settore Giovanile e Scolastico, che ha più che mai in questa fase post pandemica un ruolo di straordinaria importanza e da seguire con passione strategica.
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