Povero sport, un anno nel frullatore peggio di quello scorso in cui sembrava che il peggio avesse fine. Ci si avvia verso tormentate elezioni per il rinnovo della Casa dello sport: il Coni, la madre delle federazioni, a Milano a metà maggio vedrà sfidarsi l’uscente Malagò e al momento l’ex campionessa di ciclismo Belluti cui all’ultimoora e di certo con credenziali maggiori si è aggiunto l’ex presidente della Federciclismo Di Rocco, a lungo a capo del movimento del pedale in riemersione.
Passione bici travolgente ovunque, in fondo il ciclismo è ormai l’ultimo sport dove per vedere passare i campionissimi non si paga. Ma l’elezione per il Coni è delicata e passa per alleanze ed accordi non sempre intuibili né giustificabili. Il rinnovo degli organigramma regionali in questo senso, vedi Sardegna con un testa a testa al cardiopalmo, ha dato già un’idea di cosa accadrà da qui allo spoglio delle schede a Milano.
Malago’ parte dal vantaggio di chi è in carica, rafforzato dal fatto che sia opinione comune ritenere un grave errore politico l’aver stoppato la lanciatissima candidatura italiana per i Giochi del 2024 mentre per interessi economici e geopolitici c’è stato massimo sostegno a Milano-Cortina 2026 per l’Olimpiade invernale. Nell’anno più nero il Coni ha presidiato il territorio con le sue ramificazioni che coprono davvero tutta la penisola provando a tener su il morale di giovanissimi atleti in naftalina ma con indubbie difficoltà di far valere le giuste ragioni che manifestavano società dirigenti tecnici la base sana dello sport italiano di fronte alla sordità di esperti anche della politica ormai star televisive e in continua contraddizione tra loro, dal virus morente per calore al covid trasmettibile quasi pure col pensiero.
UEFA 007. Gravina, presidente della Figc finora apprezzabile per equilibrio e concretezza, al punto che ha dettato le regole per far ripartire seppur a blocchi ridotti i campionati di eccellenza e maschili e femminili, con la LND chiamata a trovare formule combacianti con l’emergenza sanitaria ed economica di club stretti tra pandemia e tamponi i cui costi sono comunque alti per società dilettantistiche. Dopo Pasqua sarà festa ancora con l’avvio anche di questa stagione, e sia.
Gravina teme che Ceferin presidente della Uefa, come scrissi nell’ultimo pezzo sul blog, tolga all’Italia l’Europeo nel caso non sia prevista la presenza del pubblico. E Roberto Mancini pronto ha scandito: l’11 giugno voglio un Olimpico in presenza.
Certo, dipende dai comitati scientifici ufficiali e paralleli ma di sicuro se l’ondata dei vaccini prenderà finalmente corpo non è da escludere che il rischio sia minimo, e si possano imitare le tante nazioni che seppur a poche migliaia (fino a 15.000) hanno già ripreso a giocare col pubblico. Tribolano anche gli sponsor del Club Italia, che vogliono certezze per programmare investimenti.
DIRITTI VA, NON STORTA VENGA. Assegnati in diritti tv della serie A a Danz con Tim, chiaro segnale di tecnologia più smart che possa intercettare fino ad invadere, insomma ti connetti e scattano le prime immagini e poi se non sei abbonato addio. Un po’ come quando si è a Las Vegas, laddove si sentono tintinnare monete anche nelle toilette.
Si parla di rinnovamento del linguaggio, di tifosi che entreranno in gioco con il passo di opinionisti, narratori, esperti. Insomma una interconnessione ad alto impatto tecnologico. Novità devono esserci per forza, ma l’importante è che non si perdano – dal lato Sky – opportunità e posti di lavoro. Anche senza le esclusive può esserci modo di essere attivi e propositivi. Indubbiamente si vivranno momenti di stampa mercato e difficoltà. E ai colleghi di Dazn l’incoraggiamento a vivere l’avventura sempre con senso pratico e a quelli di Sky il ringraziamento per il lavoro fatto e l’auspicio – da presidente nazionale del sindacato dei giornalisti sportivi – che nessuno veda in pericolo stabilità occupazionale e serenità professionale.
VEZZALI ALL’OPERA. Dopo il 7 aprile riapriremo, il grido dei titolari di palestre e piscine è ampiamente giustificato. E anche esperti (come l’ingegner Giovanni Capizzi, il signore delle acque, quello che cura le fontane del Cremlino e rese azzurra l’acqua verde della piscina di Rio olimpica) ribadiscono che non c’è nessun SOS da codice rosso se palestre e piscine seguono le regole. Così come tutti avevano fatto alla riapertura. Invece, abbiamo inuma generazione di ragazzi tra il 2003 e il 2006 spazzati via dal covid senza gare e Senza allenamenti seri, e gente che si è tesserata e fa sport come elemento di interesse nazionale: a 40 anni? Vezzali discute col Governo per fondi dia destinare alle ASD ma sarebbe desiderabile attrezzasse il team (arricchito per la comunicazione dall’ottimo Massimo Caputi) con esperti che da pari a pari vadano a parlare col CTS per far capire che non si vive di soli ristori o contributi ma che lo sport sta marcendo alla base coi ragazzi fantasmi di se stessi.
SPORT E’ SALUTE. In questo panorama’l’organismo creato per la parte di governo dello sport deve gestire fibrillazioni esterne ed interne, osserva la rissosi provando a starne fuori, instaura dialogo con pezzi importanti della macchina Coni come le benemerite per varare progetti e strategie votate all’accento sulla e. Sport è salute.
Rispondi