In volata, Cordiano Dagnoni ha battuto il campione olimpico Silvio Martinello ed è diventato nuovo presidente nazionale della Federciclismo, la federazione scrigno di sentimenti che offre l’unico show sportivo del mondo a titolo gratuito sulle strade, irresistibile propulsore per storia e turismo. Aldo Cuomo, maestro di scherma da sempre, è il nuovo presidente della Federscherma in Campania. Notizie che danno il senso del fermento del mondo dello sport in fase di rinnovamento a livello di dirigenti e programmi, nell’anno – si spera – olimpico con Tokyo 2020 che ha dovuto spostare le lancette in avanti di un anno. Col cambio di governo, ci si interroga sugli scenari futuri dopo le sportellate tra Coni e Sport & Salute. Draghi è il plurale di se medesimo, e certamente ha in mente come far sì che lo sport non sia una polveriera. In questo quadro a porte girevoli, lunedi 22 passerà alla storia del calcio italiano per le elezioni del nuovo presidente federale del pallone
Ci sono come è noto due competitor: l’uscente Gabriele Gravina e l’aspirante Cosimo Sibilia, che appena due settimane fa ha chiesto ed ottenuto la fiducia dal vasto mondo della Lega Dilettanti. Chi si interroga sul perchè abbia deciso di partecipare alla sfida deve porsi domande apparentemente fuori luogo. Avendo scelto la riconferma alla LND il 6 febbraio significava sapere in anticipo che la battaglia contro Gravina sarebbe stata molto molto complicata quasi mission impossible . Altrimenti, nel caso ci fosse stato un possibile erede o pretendente sarebbe stato chiamato alla scelta: LND o FIGC? lasciando poi spazio al verdetto. Gravina ha tessuto una rete che non lascia intravvedere varchi. Collegando a se 3/4 della Lega A, quella di B e la Lega di C, l’Assocalciatori e l’Assoallenatori ci dovrebbero essere troppi franchi tiratori a supportare i voti della LND per Sibilia, ammesso che tutti i delegati votino per il dirigente irpino che il 6 febbraio non ha visto, a partire dalla Lombardia in cui reuccio Tavecchio è tornato a gestire uomini e cose, l’unanimità. L’AIA fresca di ribaltone, da Nicchi a Trentalange, finirà col dichiararsi neutrale e la sua astensione nulla modificherà. Più che sui programmi, la contesa è stata su un documento firmato con Abete a mo’ di padrino in cui Gravina e Sibilia avrebbero staffettato. Insistere tanto vuol dire che il foglietto c’è e sarebbe stato affidato ad un legale un tempo legatissimo a Sibilia su più fronti: l’avvocato Viglione. Il contesto storico dice anche che quando Gravina firmò l’accordo rappresentava la Lega Pro’ e dunque prese un impegno che oggi Ghirelli dovrebbe sottoscrivere. Insomma, la questione è tanto complessa quanto modificabile come un pezzo d’argilla. Il Covid ha rafforzato la posizione di Gravina, equilibrato anche nella fase più urticante del rapporto Coni-Ministero dello Sport, che ha gestito la posizione calcio industria & passione senza isterismi, riuscendo a mediare senza piegare la schiena. Certo, col conforto di tutte le componenti del mondo del pallone ma non c’era altra strada. Sarà un’assemblea elettiva non semplice, e a meno che la notte dei lunghi coltelli non si trasformi in un vassoio di buone intenzioni – lo scopriremo solo collegandoci sul canale che trasmetterà la diretta – vivremo conflitti e ripicche, con annunciata possibilità di code avvelenate e ricorsi. Di cosa ha bisogno veramente il calcio in questo momento? Come tutti gli altri sport, e qui il richiamo va alle federazioni rinnovate o prossime alle votazioni, ha bisogno che una generazione spazzata via dal covid e cioè la 2003-2005 possa tornare a fare pratica, gare, competizioni. Seggiole & Poltrone d’accordo ma allo sport servono ampie vedute non agguati.
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