CASA AZZURRA TRA I VELENI PARTITA LA CORSA

Casa Azzurra, la corsa è ormai partita. E non ci sarà quiete fino alla conta dell’ultimo voto per quella che si annuncia una tempesta elettorale. La miccia è stata la lunga vicenda del commissariamento del Calcio a 5, dopo l’addio di Montemurro per un pasticcio tra presunto sexygate e favori a mezzo sussurri al Latina. La Figc ha ritenuto di aver giurisdizione sul movimento. Ma il movimento è nella piena legittimità della LND e il presidente Gravina ha dovuto precisare con una nota:  “non è mai stata sollevata eccezione sul merito della decisione adottata dal Consiglio Direttivo della LND. In riferimento alla nota diffusa dalla Lega Nazionale Dilettanti in merito al contenzioso sul commissariamento della Divisione Calcio a 5, la Federcalcio precisa quanto segue: la costituzione nel giudizio presso il Collegio di Garanzia è avvenuta al solo scopo di tutelare e preservare la competenza dei giudici endofederali, messe in dubbio dal ricorso avanzato dalla Lega Dilettanti; non è mai stata sollevata eccezione sul merito della decisione adottata dal Consiglio Direttivo della LND. Peraltro, il Collegio non ha ritenuto legittimo il commissariamento, rimandando la trattazione ad una separata e successiva udienza e si è limitato a decidere sulla titolarità a giudicare. “In un momento così complicato per l’armonia e per la sopravvivenza del calcio, a tutti i livelli – afferma il presidente Gabriele Gravina – ritengo intempestive e inopportune le dichiarazioni del presidente Sibilia che, in qualità di vice presidente della FIGC, avrebbe dovuto difendere anch’egli la competenza dei giudici federali, indipendentemente dal merito della decisione” . Forte del successo giuridico, Sibilia si è affidato al silenzio senza controreplicare. Ma è lecito immaginare ormai uno spalla a spalla in contrasto, non alla maniera dei Seals. Covid permettendo, vaccino auspicando si dovrebbe votare in poresenza nel marzo del 2021 ma chissà che Gravina non affiudi al Consiglio Federale la volontà di rinviare il tutto al dopo Europei, che avranno nell’Italia la casa-madre. Nel caso in cui la Nazionale di Mancini dovesse confermare la bontà del lavoro del tecnico marchigiano, Gravina si presenterebbe con orgoglio e non a orecchie basse, come è accaduto a illustri predecessori come Matarrese, Abete e Tavecchio, rotolati via per colpa di insuccessi della Nazionale. La cosa ovvimente strategicamente non fa comodo a Sibilia, che nelle occasioni ufficiali – nonostante il rinfrescamemoria di Gravina si presenta come Presidente della Lega Nazionale Dilettanti e non come Vicario Figc. Dilettanti peraltro penalizzati più di tutti dal Covid con l’attività del Settore Giovanile e Scolastico rasa al suolo e i campionati polverizzati fino alle soglie della D. E’ dunque caccia al voto, di lobbisti in servizio permanente effettivo, alcuni dei quali cialtroneschi nel garantire hanno tutto quello che non sono capaci di assicurare, alcuni per davvero ascoltati. Ma chi vota per il presidente della Federcalcio?  L’Assemblea si compone di 274 Delegati in rappresentanza delle società della Lega Nazionale Professionisti Serie A (LNP Serie A, 20), della Lega Nazionale Professionisti Serie B (LNP Serie B, 19), della Lega Italiana Calcio Professionistico (Lega Pro, 58), della Lega Nazionale Dilettanti (LND, 90), degli atleti (52), dei tecnici (26), dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA, 9). Ai fini del calcolo delle maggioranze assembleari, il complesso dei voti spettanti ai Delegati è pari a 516 voti. A tal fine, al voto di ciascuno dei Delegati è attribuita la seguente ponderazione: Delegati LNP Serie A: 3,10; Delegati LNP Serie B: 1,36; Delegati Lega Pro: 1,51; Delegati LND: 1,95; Delegati Atleti: 1,98; Delegati Tecnici: 1,98; Delegati AIA: 1,15. Le votazioni hanno luogo a scrutinio segreto con strumentazione elettronica, ciascun Delegato può votare per un solo candidato. L’elezione del Presidente Federale avviene al primo scrutinio con una maggioranza di tre quarti dei voti validamente espressi dai Delegati; al secondo scrutinio con la maggioranza di due terzi dei voti; al terzo scrutinio con la maggioranza dei voti. Al di là delle percentuali algebriche, sono i voti di associazione calciatori, asso allenatori e arbitri a spostare l’asticella. Alcune mosse, come Tardelli alla nuova Cape Canaveral del calcio giovanile azzurro liberando così Calcagno da un pericoloso concorrente alla lotta per la Presidenza Aia fa pendere sempre sulla carta  verso Gravina voti di AIC, ma ora è uscito Dossena a tentare la scalata al posto di Tommasi. Ulivieri da antico compagno e vecchio navigante piombinese parla di programmi, non di uomini stando così in un comodo guado. Anche gli arbitri sono chiamati al voto ma anche in questo caso Nicchi propende per il rinvio, mentre con eccessiva fretta per competere Trentalange si è dimesso dalla Scuola Arbitale che è comunque un biglietto da visita passando al solo ruolo di sfidante. Non solo Gavillucci ma molti arbitri liquidati dallo spinoso aretino presidente vorrebbero un ribaltone ma in epoca di Covid con stadi freezer e tv in calo di ascolti col calcio che tira meno mentre il popolo pensa a come scansare la jattura malattia, pochi si preoccupano se ilVar anzichè essere elemento di certezza è diventato un’opinione.    

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