Marcia su Roma. Via Allegri, casa Federcalcio. Il Consiglio Federale non sarà semplice, né potrà essere interlocutorio. Tra 5 giorni si gioca: ci vorranno regole certe per la chiusura di questa stagione agonistica ripescata per i capelli ma nei tempi giusti, impostare la prossima che vivrà di calendari convulsi e necessita sin d’ora di punti fermi.
In apertura il Segretario Generale farà il punto della situazione. Poi spazio alle modifiche regolamentari e alle nomine di competenza, quest’ultime non da braccio di ferro almeno sulla carta.
Punto 3 i provvedimenti rispetto alla stagione in corso, appena riavviata. Saranno temi caldi l’annunciato blocco se dovesse essere necessario stoppare tutto per Covid. Dipenderà dalla classifica anche il risultato di test e tamponi? Se una che sta per retrocedere denuncia alla penultima tre casi per privacy qual è l’organo competente a verificare e poi controverificare? Pensare ad un patto tra gentiluomini è roba da fratelli Grimm, i principi della favola. Il Benevento non per esempio batte i pugni, sarebbe più che un’ingiustizia ripartire dalla B per il blocco delle retrocessioni. URGE essere logici, onesti.
C’è anche il nodo serie C che in questa disgraziata stagione ha fatto il verso ad una specie di Compagnia delle Opere tra iniziative rotolanti e itineranti ma a squadre ferme e società squattrinate sarà chiamata a tornare in campo con una formula ultraveloce, classifiche alla mano playoff e play out.
Stop in Lega Dilettanti, cosa che ha messo di traverso società come Campobasso, Foggia ed altre all’inseguimento delle battistrada col vantaggio del fattore campo negli scontri diretti. Ma per i suoi grandi numeri, l’aver pagato la pandemia che ha travolto piccoli imprenditori alla guida dei club, la LND avrebbe avuto difficoltà insormontabili nel rispettare il protocollo sanitario.
In attesa della centrale Var Room o meglio VAR House a Coverciano, gli arbitri saranno in campo ogni tre giorni e se c’è chi pensa anche ai gettoni slot machine bisogna fare i conti con la condizione atletica che dovrebbe essere anzi dovrà essere migliore dei calciatori.
Nicchi è pronto a tornare cavaliere senza paura per difendere i suoi in caso di ingenerosi attacchi. Intanto il Covid ha determinato lo slittamento delle elezioni nelle sezioni e avrà tempo per sloggiare Ttrentalange, al quale avevano ficcato in testa l’idea di candidarsi alla presidenza, dalla Scuola Arbitri.
All’ordine del giorno, seppur non menzionato, c’è il protocollo che scontenta sponsor e giornalisti. Attualmente è consentito l’ingresso ad un massimo di 300 persone. Stampa ghigliottinata a 20 elementi tra carta stampata, agenzie, siti e fotografi. Altri 20 per le emittenti radiotelevisive detentrici dei diritti. Un vero attacco all’informazione. Con molto buonsenso, che sembra mai averlo abbandonato nella fase nera, Gravina presidente FIGC, ha osservato che il protocollo fu redatto in clima di sos pandemia e coi decreti succedutisi, qualcosa può migliorare. A nome del Governo deve dare l’ok il ministro Spadafora che dopo un duro e accidentato rodaggio ha inquadrato come fosse Piero Angela il mondo di Quarck dello sport italiano, fauna e flora da esperti. I club spingono per qualche tifoso ammesso. Sono in particolare gli sponsor che premono perché considerando le conferenze stampa online Etc vedono cadere l’ultimo e il più banale dei privilegi: assistere alla partita. A via Allegri ben oltre mezzogiorno sarà fuoco.
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