Nel giornalismo si chiama coccodrillo: si scrive su un personaggio destinato ad uscire di scena, perlopiù fisicamente. Non sarà il caso di Carlo Ancelotti. Ma battendo sulla tasiera di sera, non sai se la mattina dopo quanto affermato saranno coriandoli dispersi nella galassia delle parole. E dei pochi pensieri. Carlo Ancelotti si è presentato a spiegare il Napoli dopo il crac colo Bologna con la faccia smarrita. Per la prima volta, a bada anche il famoso sopracciglio destro solitamente grifagno, da incutere timore.
Parole sillabate con tono pesante. La squadra dopo il pareggio si è afflosciata anziché reagire, fino a cedere ad un Bologna che ha mostrato il poco di vigore che serviva per ribaltare e incassare la partita.
La società è riuscita involontariamente ed è forse superfluo dirlo ma serve per mettere a posto la coscienza a complicare tutto. Un vaso preso a martellate dalla proprietà, passando dagli anatemi pre-Salisburgo in Austria (marchette cinesi per Mertens e Callejon, Insigne ancora prima beccato come capitano dopo la firma in comune per la convenzione del Sn Paolo) alle multe dopo lo sgarbo da punire certo dei calciatori ma il tutto gestito con un atteggiamento greve, senza lasciar immaginare un solo spiraglio, consentendo a chiunque per un mese di dire tutto e il suo contrario.
Una grande società detta la linea ma modula gli umori, non vive di voci fidate ma posiziona le attenzioni. Per fare un esempio quando il Napoli lamentò la responsabilità oggettiva per la monetina che colpì Alemao a Bergamo trovò oltre alla Rai la posizione favorevole di due giornali, ambedue milanesi, col competitor che era il Milan: Mino Mulinacci firma della Gazzetta dello Sport e Nino Petrone, massimo esperto di regolamenti e interprete della giudiziaria legata al pallone, asserirono che il Napoli aveva ragione.
Non fu una cortesia ma la cosa serve per far capire che prendersela col Palazzo è inutile se i rapporti non sono frutto di semina e rispetto. In questo momento semrabo parole al vento mentre si compone il coccodrillo. Ma conviene scriverlo per il Napoli o per Ancelotti? Il Napoli, negli ultimi anni ha lottato per lo scudetto, impensierendo una Juve tritatutto con i suoi allenatori grintosi (Mazzarri) esperti (Benitez) geniali e maniacali (Sarri) ma ora tra partenze annuciate, malumori, sfiducia bisogna consegnare agli archivi una formazione in lotta per lo scudetto.
Intorno al San Paolo prima del via, il corteo di tifosi delusi. Dopo, i botti della protesta. Non ahinoi di festa. Ancelotti è stato un grande calciatore e da allenatore ha vinto tutto in Italia e in Europa, destreggiandosi benissimo tra Francia, Inghilterra e Spagna. Poi delusione in Germania, amarezza a Napoli.
Il momento è talmente delicato che di fronte a professionisti che sanno di poter avere bene o male davanti altre strade, solo De laurentiis padre e Ancelotti possono decidere – e subito – se l’avventura deve proseguire con richiamo al dovere ma all’unione o scegliere la fine prima dei patti. E’ il momento della decisione. Forte. Precisa. Ferma- Sicura
Gianfranco Coppola
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Caro Gianfranco
chi come me soffre per le squallide prestazioni offerte dal Napoli in campionato, non può non sottoscrivere le tue conclusioni. Anzi da tifoso posso ancora di più!
E qui mi rivolgo al Presidente.Caro De Laurentis fino ad oggi ho sempre sostenuto la legittimità dei suoi comportamenti perché Lei è chi ha investito il proprio denaro, e Lei è il soggetto deputato a decidere.
Devo solo ripeterle però (perché sono certo che lei ne sia ben consapevole!) che una cosa è gestire una Società di capitali, ben altra è gestire una Società di calcio.
La gestione di una Società di capitali coinvolge esclusivamente la sfera privata dell’investitore ed allo stesso competono onori ed oneri (ovvero utili oppure perdite!)
La gestione di una Società di Calcio coinvolge anch’essa la sfera privata dell’investitore ferma la stessa competenza di onori ed oneri (utili oppure perdite!), ma non coinvolge solo ed esclusivamente l’investitore.
Una Società di Calcio coinvolge anche la passione dei suoi tifosi e le loro aspettative, coinvolge una Città, connota e rappresenta un territorio. Certamente a questi ultimi, alla cui categoria chi scrive appartiene, non può accettare lo squallore cui ci avete fatto assistere. Ci avete invitati ad un convivio per servirci “cicuta” di biblica memoria.
Parlo al plurale perché ritengo coinvolte tutte le componenti della SSC Calcio Napoli.
Lei per primo Presidente, unico uomo al comando!, perché ha assunto sulle sue spalle, tutte le attività correlate alla gestione producendo in tal modo guasti enormi al suo portafogli ed a noi tifosi.
Non ha creato una struttura che avrebbe potuto evitare quanto è accaduto: – sarebbe bastato un ottimo Direttore sportivo per gestire senza guasti uno spogliatoio in fibrillazione;
– sarebbe bastato un ottimo e professionale addetto stampa per evitare il ripetersi delle sue esternazioni molto spesso inutili e che tanto danno hanno procurato alle sue tasche ed alla sua immagine.
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