Turn over Carlo-Davide, il trucco della Ancelotti dinasty

Davide, nome proprio di persona. Ancelotti, cognome speciale. Nel calcio sicuramente. Davide Ancelotti è il vice di papà Carlo. Inseguito da scrollìo di spalle, inevitabili gesti come a dire: percorso netto, tutto in discesa.

Ovviamente, se è vero che i figli so’ piezz e core, chi si abbandona con facilità a pensare che l’illustre papà si scioglie per il bravo figliolo non conosce Ancelotti.

Dai suoi storici allenatori, su tutti Liedhiolm e Sacchi, ha appreso molto. Ma ha anche dato. Cosa rara. Nella vittoria contro il Brescia, c’è anche lo zampino di Davide. Ma è spesso comodo dire che quando il Napoli stecca c’è la zampa di Davide. Chi conosce il figlio, assicura che trattasi di giovane professionista di rara educazione. “Imbarazzante”, mi raccontò tempo fa un collega. Davide è coinvolto nelle scelte del padre, ma non le orienta. Alla fine, anche se a volte non sembra, gioca la squadra che Carlo ritiene la migliore. Persino nei maxi turn over che tipo Cagliari credo sconquassi che alla lunga potrebbero costare caro. La Juve nonostante le difficoltà di Sarri ad inserirsi nel blocco tecnico e nelle dinamiche societarie, e non è che la colpa sia di altri ma soprattutto sua, è Signora Omicidi da decenni. L’Inter è già di Conte, accovacciata ai suoi piedi. Magari tra due anni anche il garagista del centro tecnico nerazzurro avrà sbalzi di pressione vedendo Conte ma la capacità dell’allenatore leccese di ottenere il massimo è visibile anche nella Milano nerazzurra.

“Da anni stiamo ai margini, non dobbiamo fare colpo ma essere dinamite”, disse Conte quando fu presentato. Promessa mantenuta. Ed allora con un’Inter così e una Juve abituata a primeggiare, errori non se ne possono fare. Mai più.

Dunque, il Napoli a due firme ha l’obbligo di credere in ogni possibile impresa. Contro il Brescia, peraltro con un tipo spinoso come Balotelli e un attaccante puntuale come Donnarumma, come si poteva pensare a Luperto? Eppure la vigilia grondava di anticipazioni col giovane difensore sostituto di Koulibaly, invece ecco la coppia Maksimovic-Manolas.

Davide Ancelotti dopo la laurea a Parma in Scienze Motorie (sia la mamma che il papà per non mancare noleggiarono un aereo privato atterrando al piccolo e civettuolo aeroscalo Verdi di Parma quasi in contemporanea) ha iniziato come preparatore alle giovani del Paris Saint Germain e poi al Real Madrid prima di affiancare il papà più direttamente nella non fortunata esperienza col Bayern Monaco.

Al tempo della lunga sosta a Siviglia per motivi di cuore, ha a lungo osservato Fabian Ruiz che è stato l’acquisto fortemente consigliato a papà Carlo per l’avventura a Napoli. Risposta esatta. Al punto che il Barcellona vuole l’asparago di centrocampo a tutti i costi. Sarà un tormentone in Champions e in campionato: ma Ancelotti quanto ascolta il figlio? Il giusto è la risposta esatta per un giovane professionista che ha l’ingombro e il vantaggio del cognome.  Ma sembra scontato che ogni tanto Carlo mette in pausa, o diciamo pure in turn over anche il brillante figliolo che studia il calcio come un piccolo scienziato.

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