Commissario. A volte straordinario. In italia e’ antica prassi. Nello sport e in particolare nel calcio triste consuetudine. Federazioni di piccolo e grande cabotaggio spesso commissariate. Lo è stata per lungo tempo la lega di B , calcio, lo è la lega di A tra i suoi giochi di arsenico e vecchi dispetti. Persino per le olimpiadi degli studenti, Universiade 2019, che dovrebbero svolgersi in campania è stato necessario chiamare un commissario. Ora Malago’ prende per mano il calcio “federale” sapendo di dover gestire Var, polemiche di fuoco, presidenti che giocano A fare i divi. Per esempio, nell’hotel per le elezioni federali de laurentiis prudentemente senza patetica scorta cercava telecamere o gente che facesse il baciamano ma era sempre solo mentre Cairo, Fassone, Marotta, Ferrero, lotito animavano riunioni. Malago’ ha nel suo potente pugno, una manona pronta al “dammi il 5” che ha stritolato le velleità del competitor Pagnozzi pur in vantaggio ciclopico fino a che big Jo non ha accelerato. Al coni ha riportato in auge il segretario generale roberto fabbricini (il cui fratello, massimo, ex capo ufficio stampa Coni E’ stato designato, ovviamente con successo, erede di big Jo alla presidenza del prestigioso circolo Aniene, salotto e poltronificio della capitale). Del vecchio coni saldamente al suo posto danilo di tommaso, capo comunicazione, pur inviso a qualche cortigiano ma troppo prezioso per big Jo. Tra le sconfitte, Raggi che ha bucato i cerchi olimpici con Roma che ce l’avrebbe fatta per le olimpiadi del 2024. Ma non c’è stato un solo alleato possibile nella contesa. Big Jo Ha quindi recentemente macinato la FIGC sapendo di avere anche gioco più facile. Nel giorno della caduta di via allegri, non è bastato l’intervento di Franchi junior, che è ormai abbastanza senior, una mozione degli affetti e del senso di responsabilita’ nel ricordo del leggendario papà artemio, delegato a parlare per conto della lega nazionale dilettanti a scardinare il blocco creato dal muro di sordità tra le parti in causa. In tre hanno dichiarato di voler assumere la presidenza della FIGC per amore del calcio, che risorgerà dalle proprie ceneri anche stavolta che lo hanno scaraventato ad un passo dall’obitorio. Nei commenti del giorno dopo, per dirla alla Mario Ferretti un solo uomo al comando, la sua maglia e’ bianca coi cinque cerchi il suo nome è Giovanni Malago’. Aveva auspicato il commissariamento alla vigilia delle votazioni ma si racconta che dopo aver manovrato per indurre tavecchio a mollare dopo il disastro della mancata qualificazione a Russia 2018, con il beneplacito del Ministro dello Sport, lotti, pur Pd, avrebbe indotto il senatore di FI cosimo Sibilia, ex calciatore e dirigente, ex presidente del comitato campano FIGC e poi presidente coni regionale, e poi commissario FIGC nella sua regione, a provarci. Ci ha provato anche Gravina, presentato come uno che ha ben lavorato con Vicenza, Modena, AKRAGAS già fallite, e ci ha provato Damiano tommasi con la sua faccia da sindacalista provato da pensieri e che farebbe la sua scenica figura anche nelle associazioni umanitarie, da medici senza frontiere ad Amnesty international. Quando tommasi ha voluto andare alla terza votazione si è capito che aveva voluto rompere ogni possibile accordo. E che il commissario stava bene soprattutto a lui. Così Sibilia ha capito il gioco ed ha proposto a Gravina di salvare l’autonomia della FIGC. Ma il vecchio dirigente da tempo nei quadri federali ha visto bandiera rossa ulivieri e penna bianca nicchi recalcitranti e non se l’e’ sentita. Nel bioparco di Fiumicino si vedevano animali che sembravano spariti in forma più o meno buona, occhiali sfavillanti, cravatte sgargianti, chiome annerite con l’asfalto bollente. Pluricondannati anche per reati da ladri di polli giocare a fare gli strateghi della battaglia navale. nel mezzo di una confusione organizzata, con polso fermo Sibilia ha ordinato scheda bianca ai fedelissimi (per convinzione non per sudditanza) della lnd ed arriva così il commissario. Alla fine tutti hanno parlato di coerenza. Possibile ? Probabile. In effetti, pallone bucato. Malago’ batte il 5 e porta a casa “quest’altra rogna per il bene dello sport italiano”. Pierluigi celli che passò’ come ruvido direttore generale della Rai scrisse anni dopo un libro dal titolo che non lascia dubbi: comandare e’ fottere. Sarà dura farsene una ragione, anche perché in tanti non sanno cosa significhi, ma deve essere proprio così.
Divertentissimo riavvolgere il filo della giornata delle elezioni Figc con l’aiuto, la competenza e l’esperienza di Gianfranco. Solo una cosa sento di aggiungere: il pallone è bucato, come dice Gianfranco, non è stato preso e portato via da Sibilia, come dice ingiustamente Gravina.
Caro calcio italiano, lo sappiamo tutti da tempo: il pallone è bucato. Ma il bello (o il brutto) è che continua a piacere a tutti. Anche di più…
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Marco, ho viaggiato in treno da napoli con Corrado Ferlaino, a lungo consigliere federale in quota Lega Professionisti. Ho intravisto in sala Tonino Matarrese, che in tanti hanno ribattezzato Richelieu mentre nel girone degli sbandati giravano decine e decine di anime neppure in pena, sentendosi tronfi del nulla.
"Mi piace""Mi piace"