Il valore della memoria non è un esercizio di nostalgia né una involontaria auto celebrazione. E’ piuttosto patrimonio da non disperdere affinché nei luoghi deputati (il passaparola, i musei, le biblioteche ) nel nostro caso gli stadi rimanga traccia di quanto hanno fatto illustri esempi. Il libro della vita che in un battere di tastiere ha fatto ripercorrere la storia di uomini / campioni come Sinisa Mihajlovic, Pelè e Vialli è una carrellata tra saloni con stucchi ed arazzi e mestieri o professioni onorate con acume, impegno, anche genio. Chi ha il piacere dì essere penna o ancora più voce e volto di momenti di festa ne trae giovamento in popolarità e struggente ricordo nell’animo. Ho contattato colleghi brasiliani che mi hanno raccontato della scomparsa terrena di un’epoca, mai di quanto fatto da Edson Arantes do Nascimiento da Santos detto Pelè. La sequela di aneddoti e ricordi che abbiamo trovato in pagine successivamente divenute una raccolta più ampia, rende omaggio al mondo del calcio e dello sport che ha una magia secolare: offrire all’appassionato la possibilità di vedere in vita prodigiosi atleti, in assenza di battito vite che non muoiono, rievocate da testimonianze e momenti inediti, intimi, spesso commoventi.
Di tanti, leggendo, è venuto da dire: Persona speciale: un solo coro. Ciascuno vive la propria vita, ma il Mihajlovic che grazie al calcio ha lasciato la sua martoriata terra senza mai rinunciare a offrire qualsiasi impegno per rilanciarla; il Pelè che solo quando altrimenti spettatori della sua classe avrebbero potuto competere sul campo a livello atletico decise di dire si alla maxi offerta in dollari dei Cosmos ma mai sfiorato dall’onta del traditore; il Vialli britishstyle da Cremona a Londra che all’insegna di gentilezza spontanea ha dato una lezione destinata a durare nel tempo come il suo ricordo. Verrà salutato oggi a Londra dai pochi intimi tipici della cerimonia in forma privata ma il bagno di lacrime che ha accompagnato il trapasso di Vialli è stato di rara intensità.
Tutto questo mentre la agenzie nonostante le assurde morti per tifo ci offrono stralci dell’incontro/scontro tra tifoserie di Roma e Napoli. Vero è che il giornalista parlamentare sta nel cuore delle vicende che determinano l’attività del Paese, vero è altrettanto che il giornalista economica pesa ed è anello di un sistema di comunicazione strategico. Ma nessun cronista politico o economico avrà gli occhi addosso come quello di cronaca e ancora più di un giornalista che segue lo sport. Mi piace sempre ricordarlo. Il tifo acceca e viene attribuito al giornalista per un tono di voce più alto, oppure la competenza presunta del lettore o radio ascoltatore o video appassionato va a scalfire quella del professionista del racconto. Insomma, ciascuno ne sa di più del giornalista sportivo. Ma il ricordo e la storica ammirazione per campioni prima uomini come Mihajlovic, Pelè, Vialli deve far si che chi gestisce il potere del calcio in senso prima vista come cassaforte di sentimenti, orgogli nazionali, poi denaro sappia davvero onorare chi esalta il gioco più popolare e chi lo vive con trepidazione come i tifosi sani. L’anno 2022 si è chiuso in Italia tra crisi al vertice dell’associazione arbitri, la Lega A che studia ogni strada per il profitto (vedi radio ufficiale della categoria) ma continua a non imporre ora persino che la Cina ha aperto ogni frontiera che si ritorni alle mix zone per le interviste, spazio come dice la Figc che è stato ritenuto open dalla Uefa e che in Italia lamentano numerose emittenti è stato bandito, pagato, mai aperto.
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