Addio Gianni, una vita per chi amava il calcio

Unanime e avvolgente, pesante e coinvolgente il dolore per la morte di Gianni di Marzio. Giusto piangerlo. allenatore quindi dirigente e talent scout poi opinionista. Amava il Napoli, e la città. Ma non per partito preso, rintuzzando all’occorrenza la difesa d’ufficio populista. Ha accompagnato generazioni di calciatori, arbitri, operatori di mercato, dirigenti, e anche noi cronisti con garbo, simpatia, diniego mai volgare ma sempre e sopratutto competenza. segnalò Maradona a Ferlaino ma prima del 1980 le frontiere erano chiuse, e successivamente ha visto prima degli altri Cristiano Ronaldo, Pato ed altri diventati campioni. Ha vinto molto firmando imprese come i trionfi a Catanzaro e Catania in serie A partendo dall’Internapoli fino all’amatissimo Napoli. Gianni di Marzio, la chiacchiera, una sorta di labbro di louisville alla partenopea, negli ultimi anni ha convissuto col ruolo di opinionista nei talk show all’ultimo urrah col suo stile. Aveva rispetto per tutti. E cuore. Davvero ci mancherà con quel suo avvolgente modo di riprendere negli ultimi tempi colloqui radi ma come se fossero stati interrotti qualche ora prima. Un altro calcio ma lui in questo moderno non era una figurina di complemento ma ancora un protagonista.

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