Siamo ormai travolti dal timore di dover usare i dispositivi di protezione individuale parlando di vicende arbitrali. C’è puzza di bruciato, magari scopriremo che di vero c’è poco, ma conoscendo Alfredo Trentalange da sempre giacchetta nera con stola bianca starà soffrendo terribilmente. La stagione appena conclusa in serie A ci lascia l’eredità di un Var troppo volte interpretato, con un caso di malsenso clamoroso come Mazzoleni per due volte alla sala regia con la medesima squadra in campo. Insomma, nessun precedente. Nicola Rizzoli, come capo Can A creatura di Nicchi, sa che il tempo è scaduto e che le voci sul successore si rincorrono. Vedremo. Trentalange in carica da febbraio si è astenuto alle votazioni per la presidenza Figc (astensione politicamente corretta ma ininfluente) ed è da 40 anni nel settore, consapevole che ci sono mine sotterrate ovunque. Ma forse non si aspettava l’esplosione di uno scandalo dopo l’altro.
L’ultimo terremoto riguarda i rimborsi spese, che alcuni di loro (tre direttori di gara e quattro assistenti) avrebbero presentato con presunte irregolarità, sulle quali sta indagando ormai da un mese la Procura federale insieme con quella arbitrale. Un’inchiesta aperta in seguito alla denuncia dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri, che ha ravvisato anomalie in occasione di una serie di controlli effettuati nel nome della trasparenza invocata dal nuovo corso che ha rilevato discrepanze emerse alla metà di aprile e il 21 del mese scorso è partita la segnalazione agli 007 della Figc; nel contempo i tesserati coinvolti sono stati sospesi dall’attività «a scopo cautelativo». A finire sotto indagine sono gli arbitri Fabrizio Pasqua (della sezione di Tivoli), Federico La Penna (Roma uno) e Ivan Robilotta (Sala Consilina, mai impiegato in serie A), più quattro guardalinee. Sarebbero già stati ascoltati tutti quanti da Giuseppe Chiné, capo della Procura, il quale si è attivato anche se recentemente c’è chi ne punge la presenza per un incarico al Ministero Economia e Finanze.
Non bisogna meravigliarsi se la macchia nera riguarda qualche centinaio di euro, collegati ai rimborsi chilometrici, taxi, si dice perfino tamponi ai quali devono sottoporsi i direttori di gara.. I gradi di giudizio sono Procura federale, Procura Aia, Commissione disciplinare di primo e secondo grado dell’Associazione italiana arbitri e ultimo giudizio Collegio di garanzia del Coni.
Non va dimenticato che la Procura della Federcalcio è da settimane al lavoro sulla denuncia secondo la quale sarebbe stata manipolata la graduatoria degli arbitri della Can B dell’Aia della stagione 2019-20, attraverso la falsificazione dei voti attribuiti. Esposto presentato alla Procura della Repubblica di Roma da due ex direttori di gara della Serie B, il varesino Daniele Minelli e il fiorentino Niccolò Baroni, che a conclusione dell’anno erano stati esclusi dall’organico.
Il malessere viene da lontano, dalla storia di Gavillucci che ne ha scritto un libro e dal rapporto della prestazione e dei voti che non corrispondevano. Lo ha detto Gianluca Ciotti, avvocato dei due arbitri, incongruenze che riguardavano da vicino gli arbitri Robilotta (ancora) e Abbattista. Una delle contestazioni fatte era che i voti non venivano trasmessi in maniera rapida, anzi anche dopo due mesi, e soprattutto il referto non veniva comunicato.
Gianfranco Coppola
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