Baci e abbracci dal Pianeta Lontano e i suoi satelliti

Paesaggi lunari. Collegamenti da stadi freezer, non per il freddo ma per il clima. Il calcio ritiene di essere un mondo a parte, e spacchettato in più Palazzi di Governo è come una Repubblica Sandinista di vecchia memoria. In una situazione da mergenza bellica senza bombe, ma con ospedali al collasso e timore di una pandemìa, è così quando vengono chiuse le scuole, il Pianeta Lontano ha pensato di essere autonomo. Mentre la B andava avanti regolarmente, il calcio di A, quello delle stelle e dei presidenti-patron, ha offerto il peggio di se, che per la verità sembrava già messo in mostra. Ma non avremmo immaginato il peggio. Si è passati dallo stop agli sfottò del web: stadi aperti ma senza squadre. Come a dire, state fuori. Ma col cervello. Non è facile trovare innocenti. I presidenti della serie A sono i soliti noti: pensano solo al business e ingoierebbero polpi vivi senza il minimo tentennamento. Sono quelli che hanno impegato anni per trovare persone da eleggere la vertice salvo poi impallinarli cone è successo per Miccichè, silurato dalla tardiva ammissione di Preziosi del Genoa di essersi astenuto e dunque l’elezione del manager non era all’unanimità come da verbale. Dopo vari commissariamenti, ultimo l’ex presidente Figc Abete, non se la passa meglio il fresco eletto Dal Pino bollato come clown dal patron dell’Inter il cinese Zhang.  I calendari a coriandolo sono il parto della fervida intelligenza dei Presidenti, e una partita ogni due ore nel week end è la massma aspirazione. Il tutto contrasta con la passione dei tifosi ma scende la pioggia (di soldi) e che fa. Contro simili draghi ci vorrebbero combattenti. Ma non è così. Il calendario è strozzato da impegni serrati e l’Italia è in prima linea nell’Europeo 2020. Ma il Consiglio Federale di martedi sancirà quanto la logica avrebbe suggerito da tempo, perlomeno dal minuto dopo il Decreto Conte che ha recintato l’Italia, e cioè stop al calcio giocato. La strada verrà preparata dalla diffusione di notizie relativi a casi positività di tamponi per calciatori dalla Lega Pro alla A, cosa che non si sapeva fino alla decisione di andare in campo.  La commedia di Parma-Spal è stata esemplare. E gli abbracci e baci post gol sono stati un involontario insulto al Decreto del Premier. Ma l’istinto prevale, è noto, soprattutto quando il gol è liberatorio. Non si possono incolpare i calciatori se li si autorizza ai contrasti ai contatti faccia a faccia, insomma se gli si dice che tutto il proibito è possibile. In questo bailamme, dal mercoledi del Consiglio di Lega a Roma, nessuno ha dato il meglio di se non imponendo lo stop. Alla richiesta di mandare il calcio in chiaro, anche come ricompensa ai tifosi e motivo di distrazione, è stato netto il no della Lega. Ma il Ministro Spadafora al senso di responsabilità si è appellato all’ultima ora insieme con il presidente dell’Assocalciatori Tommasi salvo poi scoprire che interessi di Lega e Tv commerciali sono una tenaglia mai doma. Non c’era bisogno di conferme ulteriori per sapere con chi si ha a che fare. La verità è che serve coraggio senza tentennamenti quando un Paese con l’economia in ginocchio e gli ospedali al collasso ripiega su se stesso e non c’è un Pianeta Lontano da difendere.   Cosa ne sarà di questo campionato? Scudetto non assegnato? riferimento all’ultima cllassifica? E’ andata in scena una giornata regolare? Dovesse saltare Euro 2020 allora si potrebbe recuperare il … resto del campionato. Dal Pianeta Lontano è tutto. O i calciatori sono anche mariti, padri, cittadini? Se così perchè sono stati mandati in campo? Domani non è un altro giorno. E’ un martedi forse epocale per il calcio italiano.     

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