Napoli tra caos e casi tra fatti e parole

Alta tensione: Mertens chiede il cambio per infortunio, gia’ Milik è rientrato anzitempo dalla Polonia per un infortunio definito non grave, ma e’ chiaro che Ancelotti vorrebbe tutti al top alla ripresa contro il Milan.

Non va meglio neppure a parole: Koulibaly posta foto panoramiche e romantiche: Napoli casa mia, sottolinea mentre e’ in ritiro col Senegal. E Insigne in azzurro Italia parla di fratelli pensando a Ciro Immobile o Gigio Donnarumma oltre a Meret e Di Lorenzo- Ora al capitano capita un fatto curioso: balbetta nel Napoli, è esplosivo con Mancini con la divisa della nazionale italiana. E’ andata male ad Elmas che in ritiro con la Macedonia ha provato, beata ingenuità, a rincuorare il Napoli dicendo che perché no considerando valore del team, del tecnico e ambizioni stagionali e’ possibile persino rientrare nella lotta scudetto. Apriti cielo: con una nota il Napoli – che è in pieno silenzio stampa anche se di certo non è società che rende molto spesso utile la sala stampa fatta eccezione per doveri regolamentari o obblighi commerciali – ha fatto sapere che per il giovane talento macedone scatteranno provvedimenti disciplinari. Pugno durissimo e finora del ventilato cuscinetto diplomatico non si vede traccia. Ma chi fa uscire le notizie che i calciatori vorrebbero chiedere scusa ai tifosi? Forse non essendoci la volontà di farlo anche con la società ecco la stangata sul giovane neo cartellinato? In fase di silenzio da tg sovietico dell’epoca che fu, ogni congettura è plausibile. Ma bisogna attenersi ai fatti.

Una società non ha sovranità quando un calciatore è con la Nazionale, di ogni paese. I calciatori sono patrimonio federale in quel caso e solo un gentleman agreement fa sì che un atleta in fase difficile venga tutelto magari gestendo la conferenza o riuscendo ad evitargliela. Ma a maggioranza di richieste dei giornalisti al seguito, l’ufficio stampa federale non può sottrarsi. “Ricorderai quante volte abbiamo gestito situazioni come Vialli di fronte a cambio maglia o Baggio”, ricorda Antonello Valentini che è da ritenere storico addetto stampa della Figc prima di chiudere la carriera come Direttore Generale.

“Nessuna società può imporre il silenzio ad un proprio tesserato quando è convocato e neanche vietargli dichiarazioni sul momento professionale nel proprio club o sul campionato. Pensiamo alla stampa della Macedonia che ha un elemento in un campionato di prestigio che svolazza su temi di varia umanità senza chiedere qualcosa di personale anche in relazione alla propria esperienza nel proprio club”, rimarca Valentini che ha oltre 30 anni di esperienza in materia.

Forse non tutti sanno che il “dovere” per i calciatori è anche legato ad un accordo tra FIGC e Assocalciatori: a quest’ultima per i convocati va un riconoscimento in denaro poi ripartito tra gli atleti. E l’obbligo di assolvere ai doveri per rispettare i diritti dei media è ben chiaro. “Confermo quanto ti ha detto Valentini, è chiaro che c’è la famosa regola del buonsenso che se applicata è più funzionale di tutte quelle scritte”, dice con la proverbiale cortesia al telefono Gianni Grazioli, giornalista professionista, segretario AIC.

Nella nota del Napoli si parla di dichiarazioni di Elmas non autorizzate. Ma chi avrebbe dovuto autorizzarle? C’è forse una parte contrattuale che impone ai propri tesserati di non parlare del club quando si è con la Nazionale? E allora qual è il confine tra informazione e comunicazione? Koulibaly posta castel dell’Ovo dal Senegal, Elmas incoraggia il Napoli a parole dalla Macedonia. E’ un calcio di cavilli & veleni, e confusione totale come l’applicazione del VAR conferma. Alla ripresa sarà dura, per tutti. Difficile fare il pompiere.

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