SOS serie A: da Concetto Lo Bello fischietto regnante ai timidi figli del VAR: arbitri finiti in sudditanza psicologica

VAR: Valutazioni Arbitrali Rivoluzionarie. Sarà un campionato XXL, nessun dubbio. Ogni partita durerà 100 minuti, le interruzioni snervanti. Con, ed è questo il pericolo più grande, arbitri SENZA PERSONALITA’. Per molti anni ho seguito le giacche nere di un tempo, dai raduni ufficiali con giornate porte aperte (come a Sportilia inizio anni ’90, gestione Casarin) agli allenamenti del gruppo campano in serie A/B (D’Elia, Pezzella, Boggi, Fucci, Merlino,Arena, Quartuccio più i fratelli Ayroldi da Molfetta e perfino Guidi da Bologna) che sotto la guida del compianto Salvatore Amatrudo, preparatore atletico e poi presidente del settore giovanile e scolastico regionale, si allenavano al vecchio stadio Vestuti di Salerno. Ho imparato così, nel rigoroso rispetto delle confidenze fatte che tali rimanevano, come un arbitro prepara la partita, come la imposta appena inizia, quale dettato trasmette ai calciatori nei primi 10 fondamentali minuti per regole d’ingaggio certe. “La partita si scrive appena inizia”, raccontava Pierino d’Elia, che ha pagato in maniera troppo punitiva il suo non essere …genuflesso: è stato con Lo Bello senior, Collina, Agnolin, Michelotti il Miglior arbitro italiano, scegliete voi l’ordine tra podio e piazzamenti. E alcuni celebri “guardalinee” come Vincenzo De Luca, dicevano che i calciatori capivano senza battere ciglio, di fronte alla personalità degli arbitri.

Già, la personalità. Nicchi e Rizzoli, peraltro due ex ottimi arbitri, oggi Presidente Aia e capo CAN/A,  guidano una pattuglia di sottomessi alla macchina. E di sicuro ne soffrono pesantemente, senza poterlo ammettere. Nicchi aveva fisico, imponenza, tecnica e un pizzico di follia necessario; una volta due squadre decisero che poteva finire in pareggio, le tenne in campo per 103 minuti e con ampi gesti delle mani invitava a darci dentro. Nicola Rizzoli ha meritatamente scalato tutte le tappe, ed è arrivato al ruolo di capo degli arbitri di serie A senza contaminarsi con remunerate missioni in federazioni estere. 

E’ il calcio moderno, si dirà. Ma avranno capito che qui incombe un pericolo. Se l’anno scorso i tempi Var erano ridotti, con le numerose nuove regole si rischia il collasso. E di avere direttori di gara senza autorevolezza. Massa di Imperia, che un big della task force Var come Doveri non ha invitato a prendere visione del sospetto, è sotto processo per non aver visionato la capriola in area di Mertens. Ma aveva detto si ad un’altra assurdità regolamentare: braccio a ore 9, rigore. Polverizzato un requisito fondamentale per le azioni incriminate, e cioè essere chiara azione da gol. Cosa impossibile nel caso specifico. Con Zielinski che in un gesto spontaneo è andato a protezione del corpo sentendo l’avversario pressare da dietro. Avrebbe potuto mai segnare la Viola in quel caso? Mai. Eppure, rigore.

 Il gol di CR7, finta e controfinta, creazione di uno spazio in cui infilare il pallone cosa che il Migliore ha fatto segnando è stato un omaggio al calcio e al talento. Ma la tecnologia ha detto no: per un’unghia, CR7 stava davanti e dunque gol da annullare. Maresca, che è bravo, si è adeguato.

Dai parrucconi del Regno Unito agli scellerati di oggi. Chi sono i membri dell’International Board, organismo nato a Cambridge e poi risucchiato da Piovra Fifa ? Mistero, o quasi. C’è di sicuro la doverosa deferenza del Presidente Gianni Infantino che in apertura dell’ultima sessione ha parlato di sostegno fondamentale della tecnologia, come dimostra il Var: Virtual Assistence Referee, con l’Italia tester doc.

Ricapitolando, ai portieri ormai non rimane che dover giocare bendati per completare l’opera. Da una vita abbiamo la figura del dirigente accompagnatore che calma l’allenatore, adesso il responsabile di tutta l’area tecnica è proprio lui: il Mister. Prende il giallo o il rosso comne gli altri ma è garante delle maleparole del magazziniere, del gesto d’ira del vice etc: una regola che solo chi MAI ha messo piede in un campo di calcio poteva emanare. Gli allenatori sono trasfigurati durante la gara e l’International Board li vuole diplomatici come Membri della Fao. 

 Si potrebbe proseguire elencando altre diavolerie come l’arbitro che appena tocca il pallone…per sbaglio deve fermare il gioco. Ci sono filmati di gol di arbitri o di ovviamente involontari assist: facevano parte del gioco. Ora tutto fermo e si ricomincia a come capita, come si è visto a Firenze non mettendo in condizione di giocare la squadra che aveva il possesso palla. 

Il terzo tempo nel calcio è stato un fallimento, ma almeno la sostituzione garantiva un momento di fratellanza o forniva spunto per un vaffa all’allenatore . Oggi il sostituito può uscire dalla zona delimitata del campo più vicina, e addio give me five.

Il calcio dei robottini se non ritrova arbitri all’altezza con personalità e carattere al di là del VAR sarà un terribile videogame, questo l’avvertimento dopo la prima giornata. 

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