Come usa nel cinema, guarda un po’, buona la prima. Calendario in salita, troppo per la seconda classificata, la vittoria vale doppio. Ancelotti ha insistito sull’eredità raccolta, confermando intelligenza e pragmatismo, che ne hanno segnato la carriera da giocatore e allenatore. Ha mixato Liedholm e Sacchi, la geometria e la mentalità, aggiungendo l’esperienza da leader in corso d’opera. Me ne ha sempre parlato meravigliosmente bene Agostino di Bartolomei, che misurava le rare parole pronunciate.
Ancelotti saprà allenare anche ADL scrissi tempo fa sul blog e solo così la SSC Napoli passerà da proprietà a società. Le maglie sulla piattaforma Amazon, e la ruvidezza nella realtà. Non va bene. Il Napoli non è solo una squadra. Come ha ben detto Insigne nel dopo gara, “siamo un gruppo che la pensa allo stesso modo”. Chiunque abbia salutato, moglie o fidanzate compreso, lo ha fatto con la morte nel cuore. Non capita spesso, Morgan de Santis prese una pagina a pagamento per ringraziare e dire addio. Il Napoli non è solo una squadra ma un senso di appartenenza e devo riproporre un mio recente pensiero che nulla c’entra con una squadra ripartita dal secondo posto e lì doverosamente inserita in griglia pole position, avendo perso Reina e Jorginho compensati da Ospina (poi Meret) e Fabian Ruiz e dall’invenzione di Ancelotti con Hamsik metodista. L’ho detto prima di Lazio-Napoli. Le altre devono intrufolarsi tra Juve e Napoli e di certo le campagne acquisti delle rivali inducono il Napoli a pensare di dover dare l’impossibile per confermare i 91 punti sarriani.
Nodo della vicenda è il rapporto presidente-territorio, inteso come tifoseria in primis (invasione a Dimaro prova d’amore senza limiti) e poi istituzioni. Alla vigilia del campionato, scegliendo gli interlocutori ADL ha confessato quello che tutti sanno: “parlo da imprenditore, non ragiono come i tifosi”. A Berlusconi riusciva fare le due cose assieme, vincendo tutto. E lo stesso capita alla Juve degli Agnelli, capaci di prendere CR7 e sempre top player continuando a vincere pur vendendo i gioielli di famiglia: negli anni, Zidane, Vieri, Vialli, Cannavaro, Pogba. E cosa dire dell’Inter dei Moratti, famiglia storica meneghina: cuore nerazzurro e affari. Assieme. Con tifosi entusiasti del papà presidente. Tifo e affari si può, tifo e vittorie senza diventare poveri si può.
ADL dovrebbe chiedersi come mai negli anni della sua gestione ha recuperato prepotentemente posizioni nell’affetto dei tifosi Corrado Ferlaino, di certo presidente e tifoso, grande tifoso. Portò super assi agli inizi della sua “impresa” raccogliendo gli insegnamenti di Achille Lauro, cui ha dedicato un bel libro, e ha portato scudetti e coppe con Diego Armando Maradona passando per Rudy Krol, Careca etc etc.
ADL quando saluterà non sarà ricordato come Ferlaino. Ha sempre dato l’idea di ritenere Napoli e il calcio una terra miracolata dal suo passaggio, fendendo la folla scortato da severi body Guard, scegliendo persino chi invitare alle conferenze stampa e individuando giornali cui confessare il proprio verbo, sapendo che la cosa induce a mo’ di risarcimento per la grazia ricevuta ad un’apertura cordiale. Il giochino bufala/bufalissima ha scatenato reazioni pesanti, ma bolle di sapone per chi cammina presidiato da robusti guardaspalle meno per chi va a lavoro senza filtri, con la sola miccia dietro di tifosi delusi. Anziché dar conto dei mancati acquisti pur vagheggiati, ADL ha spostato il tiro su chi faceva i nomi dei calciatori che sarebbero serviti a Carlo Ancelotti.
Lo chiamavano Trinità. Un film tra quelli ben fatti d’un tempo, pur senza pretese di lasciare un segno nella storia. Campionato al via, ma di fatto calcio no stop. Trinità de Laurentiis è stato ovunque: con la squadra in ritiro; in blitz estivi tra isole del Golfo di Napoli e Sicilia; sulla bocca di …simpatizzanti che hanno interpretato un pensiero allargato. Benzema fu chiaro, dopo aver letto che uno vecchio come lui non interessava: “abbiamo aggiunto un altro pazzo alla lista”. E Pallotta, il patron della Roma, ha scandito: “Aurelio, ma cosa fumi?”.
Non è dato sapere al momento se ADL abbia scatenato per i due il “pool di miei legali” minacciato per sistemare LDM, ovvero Luigi de Magistris, il sindaco, che avrebbe dichiarato il falso relativamente alle spese pari a zero del Napoli per il San Paolo.
Tra i personaggi tirati in ballo dal Presidente-Padrone c’è anche CR7 che già è azienda di suo poi ha subito compreso lo stile-Juve fatto di feroce senso dell’impresa e non ha degnato di una replica ADL che addirittura avrebbe rifiutato l’offerta di Mendes per tesserare CR7. Un super affare. L’ultima è che la Roma avrebbe rifiutato 60 milioni per Alisson, da qui le ironie non solo giallorosse.
L’estate non sta finendo ma di sicuro per i tifosi del Napoli è stata più impegnativa della intramontabile settimana enigmistica. caselle vuote mai realmente riempite come da desideri. Niente Cavani, Vidal, Benzema, etc etc. Top per tutto solo Carlo Ancelotti, di sicuro allenatore vincente, persona seria ed esemplare da quando giocava. Al punto che alle domande sul calciomercato del Napoli ha esibito volteggi come un’etoile della danza. E’ esperto e lascia parola al campo. Certo, dei big sarriani ha perso solo Jorginho e gli altri pur con un anno in più offrono sulla carta garanzie. La speranza è che Ancelotti riesca a mettere tutti d’accordo con un campionato da leggenda ma il calcio è una scienza quasi esatta, perfetta al 95%.
Rispondi