Carletto diventerà Carlone e saprà allenare pure ADL, solo così il Napoli potrà vincere passando da proprietà a società

Sarri è il passato. Del resto, di mani sul petto a sinistra e giri di campo con le dita che disegnano il cuore se ne vedono ovunque ma il sentimento è sfera che poco appartiene a chi vive in un suo mondo, fatto di amici storici e lacchè inaffidabili. Neanche “il comandante” fa differenza. Il figlio dell’ex operaio dell’Italsider nato per sbaglio a Napoli, annusando le ciminiere di Bagnoli (non è un pettegolezzo, lo disse lui quando era ancora all’Empoli nel corso di un seminario coi giornalisti sportivi promosso da Ussi a Coverciano) non ha calcolato fino in fondo la straordinaria abilità di ADL nel muoversi con assoluta qualità senza lasciarsi scoprire, cosa che neppure il Grande Furbo per eccellenza, in tempi mediaticmente e tecnologicamente più semplici, cioè Corrado Ferlaino, riusciva a fare.

Non è questa una analisi post, piuttosto la somma di quanto detto nei servizi tv che ho ancora modo di realizzare nonostante l’ormai ingrato compito in redazione di coordinatore delle news. Sarri si è rivelato un bravissimo allenatore ma inadeguato a vittorie strepitose. Enormi limiti caratteriali, incapacità di gestire un gruppo ampio dividendo lo stesso in fidatissimi che hanno sudato divertendosi ed emarginati scoppiati di testa. L’ultimo esempio di un testardaggine contrabbandata per purezza l’aver negato a Maggio il saluto finale, o anche un solo minuto a Rafael che ha comunque determinato con la parata sul rigore di Padoin la vittoria in Supercoppa a Doha contro la Juventus. Peraltro, con Reina abbondantemente nella bufera per le sue frequentazioni extra calcio. Di Reina potremmo anche aggiungere che sono state un capolavoro di ineleganza per non dire peggio le visite mediche a Milano dopo la gara disputata il giorno prima dai compagni ma gli è stato consentito da una società molle, a gestione dittatoriale, dove il ds è in off per ogni soffio di idea e non parla. E il resto vive all’insegna del non disturbare il conducente.

FIRENZE TAPPA CRUCIALE- Napoli incapace di vincere contro le grandi prima della straordinaria prova allo Stadium. Una partita dominata e vinta con la Juve (la peggiore degli ultimi 10 anni per l’intera stagione non solo quel giorno ecco perché bisogna parlare di occasione persa) letteralmente strangolata dal Napoli. Ma dopo? La Juve batte l’inter immeritatamente tra mille polemiche. Ma il Napoli a Firenze manda in campo il suo fantasma. “in albergo i ragazzi hanno visto quella roba e sono crollati mentalmente” ha detto poi Sarri. E tu comandante cosa facevi? L’allenatore in questi casi sferza, motiva, prende di petto. E invece? Ognuno al suo destino. Non va, un grande limite di Sarri è appunto la assoluta incapacità nel comunicare persino a chi aspetta quelle parole. Noto, e non solo per trombonismi sinistroidi, che il suo rapporto con molti allenatori, arbitri etc sia pessimo. Del resto, il fedelissimo Calzona è rimasto al Napoli, la sua voce quando Sarri fumava in tribuna perché espulso o squalificato. Il maestro tra i maestri inglesi, laddove la Monarchia convive da sempre con l’aggressività mediatica dei tabloid, è davvero una gustosa curiosità. Se l’affare andrà in porto.

MEDIA E RE CARLO – L’arrivo di Carlo Ancelotti, cresciuto con un maestro della parola come l’insuperabile Nils Liedholm, il barone di Waldemarswick, lo svedese umorista e autentico genio, apporterà un fondamentale contributo anche per la crescita della società, finora espressione di una coniugazione in prima persona singolare. Ancelotti era spesso la voce della Roma che aveva in Falcao il giocatore vetrina e in Di Bartolomei l’anima popolare. Poi il Milan, che aveva in Berlusconi il presidente cultore dell’immagine e della parola, che interloquiva con la stampa e chiese come prima cosa l’adeguamento dei servizi per i media a Carnago, che è il comune vicino Varese che ospita Milanello. E poi Sacchi, altro grande professionista mai sottrattosi al confronto anche sapendo che veniva pelato come una patata e che volle Carletto suo secondo nella sfortunatissima missione a Usa ’94, un mondiale che l’Italia a quel punto avrebbe meritato di vincere e invece un mediocre Brasile fu portato in carrozza. A cominciare dall’orario delle partite agli arbitri compiacenti, a Maradona fermato per doping che stoppo’ un’Argentina super.

Poi Juve, Milan, Paris Saint Germain, Real Madrid, Bayern Monaco. Aziende a tutti gli effetti prima ancora che club calcistici. Carletto Ancelotti allenerà anche ADL che si comporta come quei generali dei paesi dove la libertà è spesso un concetto vago e ha escogitato le conferenze stampa ad invito, rispettato quelle dove c’è multa saltando quelle dove c’era in gioco solo il rispetto e la buona educazione. Infine, la scelta di registratori che hanno diffuso il verbo come ai tempi dei dittatori senza contraltare. Forza Ancelotti, Carletto diventerà Carlone per crescere e vincere ad ogni livello.

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