Grazie a Gianpaolo Porreca prima amico poi cantore del ciclismo per avermi donato un pezzo su un ciclista non famoso ma speciale.
Forse come tutti
Non vincerà più, nel tourbillon di una vita in bici da corsa, Thomas De Gendt, il ciclista belga
della Lotto – Dsnty, 23 successi all’ attivo in una carriera iniziata nel 2006, quasi 38 anni…
Non vincerà più, ha annunciato appena il suo ritiro dopo la Vuelta Espana e la classica
francese Paris – Chauny di domenica scorsa.
Non vincerà più, De Gendt, innanzitutto altrove da Napoli, dove il 14 maggio 2022 conquistò
straordinariamente la Napoli-Napoli del Giro di quella edizione, in uno sprint di pochi
intrepidi avventurieri: Gabburo Arcas Van Houcke…
Ultimo ed emblematico successo di una carriera dedicata alla fuga ed alla vocazione della
solitudine – ‘così vincere è più bello’, ci diceva – Napoli si elevò quel pomeriggio ad elogio ignaro
del sublime, per quel ragazzo con un filo di barba che già aveva vinto
sullo Stelvio, al Giro 2012, e sul Ventoux, al Tour 2019. Ci voleva Napoli, via Caracciolo,
chi c’era allora non dimenticherà la giusta valenza dei sentimenti, Napoli per l’ Olimpo al
di là dell’ ordine costituito.
Primo scolpito a Napoli, ‘la mia carriera di 15 anni finisce in un soffio, ma la mia vita ricomincia
domani’, ha dichiarato De Gendt in un ultimo messaggio agli sportivi che ne hanno sempre
amato lo spirito di avventura: mai in gruppo, mai confuso, se ami il ciclismo e la vita, già.
Meglio ‘Solo’, come nella sua splendida autobiografia, ‘Una vita in fuga’, edita in Italia da
Alvento, sosteneva su pagina. Come sulla bici da corsa, quel giorno di sole a Napoli aveva il
dorsale ‘152’, sulla strada. Soli, ma eravamo in centomila, quel dì.
Gian Paolo PORRECA
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