Dal tricolore alle scuse, ADL nel frullatore

Se non venisse in soccorso il calendario, e le luci delle lunghe feste, l’ammissione di colpe di de laurentiis farebbe pensare a Pasqua, quando per tradizione pagana è il momento delle sorprese. Dall’uovo fradicio di un campionato che finora ha disonorato lo scudetto sul petto cucito da altri personaggi con una irripetibile, meravigliosa stagione, saltano fuori le scuse. Gesto apprezzabile, rivolto ad un popolo di straordinari appassionati come tali mai perdenti né vincenti per forza. La passione che si scontra coi conti, e con la vanità. Deludenti gli stessi calciatori che produssero un meccanismo perfetto sul campo e fuori, laddove empatia e simbiosi fanno il paio con schemi e muscoli. Con Spalletti e Giuntoli fu impresa. Indimenticabile. Lo stesso tecnico ha poi parlato di aver vissuto come un film horror nel rapporto col patron, e Giuntoli è passato dal ruolo di asso a quello di nemico in casa andata e ritorno mentre ha svolto benissimo il ruolo di operatore di mercato e di collante tra blocco tecnico e società. Non c’è nemmeno più traccia del garbo di Formisano, cresciuto nel ruolo di rappresentante istituzionale, e tengo famiglia pensando anche al marketing è il motto d’ordinanza.

 In tutto questo preoccupa e non poco la fase involutiva della squadra in avvio travolta dalla presunzione di Garcia, male evidentemente contagioso, ed ora in preda a crisi di panico incapace di brillare pur con un buon avvio sul piano del gioco della gestione Mazzarri.

La vicenda Osimhen, contratto rinnovato con clausola liberatoria che è film non cine panettone già visto con Cavani e Higuain, è affidata alla coppa d’africa col calciatore partito in anticipo per la Nigeria e in una società che fa del silenzio istituzionale tranne eccezioni di riferimento non si sa se ci siano motivi particolari legati all’assenza di Simeone dal contesto di una gara da vincere.

Più che promettere verità a puntate come una soap opera converrebbe gestire i momenti con buonsenso. Il titolare grande assente. Va via un 2023 magico finchè non è tramontato il sole, illudendo che ci fosse un Re Sole.    

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