Calcio & Politica: Euro 2032, la Turchia può sgambettare l’Italia.

Il calcio tra diritti umani e affari. Neanche il tempo di dire che l’occasione è grande per strutture e infrastrutture del Paese, ed ecco che l’assegnazione all’Italia in abbinamento con la Turchia del campionato europeo di calcio del 2032 diventa uno spinoso cactus. Certo, da oggi a quel tempo gli scenari possono cambiare ma non tenere conto dei tempi in cui viviamo non è possibile. La politica nulla e ribadiamo nessun danno dovrebbe creare allo sport ma ahinoi non accade dai tempi del boicottaggio a Mosca ’80 e le recenti manifestazioni  sportive come Olimpiade o Universiade con atleti Russi sotto bandiera federazione sportiva e non della Nazione sono l’ennesimo esempio di come la giusta tesi sia un sogno. Allora la domanda è: lo Sport è Politica? L’uscita di Erdogan sul ruolo di Hamas e le sue presunte ragioni non rende un favore alla assegnazione al duo Italia-Turchia del campionato europeo di calcio del 2032. Per noi una tegola in una situazione già complicata per lo sport in genere pensando anche al boccheggiare di Milano-Cortina 2026 la cui mappa è destinata ad allargarsi al di là dell’antico ricorso alle assegnazioni con formula diretta di lavori e appalti per l’esigenza dettata dai tempi con crismi dell’urgenza. 

Nel calcio più che mai, l’aria non è buona, in Lega Serie A alla fine è stato trovato un accordo sui diritti tv ma vincitori (la maggioranza ) e vinti (urlanti) c’è stata la sola conferma che non esiste ancora un organismo più litigioso in cui presidenti, amministratori delegati e Commissari hanno ballato per più estati. Maggioranze risicate, minoranze a volte ribaltanti. E il destino è questo: un brutto campionato, il cui livello medio è tendente al basso da tempo e non interessa né gli ex spendaccioni cinesi ma fino ad un certo punto anche il fronte arabo. Dopo il Qatar, l’Arabia Saudita. L’anno scorso per la Supercoppa italiana a Rihyad non c’era alcun esponente Figc fatta eccezione per l’ex Antonio Matarrese probabilmente presente come Fifa o Uefa ma comunque e soprattutto come uomo delle istituzioni, che sono altra cosa rispetto ad arsenico e vecchi dispetti tra i cosiddetti Palazzi. L’accordo è stato rinnovato anzi potenziato con la formula Lega Spagnola, e cioè 4 club stavolta a Gedda e non nella capitale saudita. L’interesse a suon di petrodollari al di là della voglia di vedere dal vivo i campioni, nasce dalla necessità di rimodulare il piano ricchezza una volta che il mondo avrà trovato prevalenza di altre fonti di energia rispetto al petrolio. Turismo, in primis. E quindi anche un Golfo senza barriere coralline potrà essere appetibile con una trasformazione maquillage. 

Bastano due recenti dichiarazioni di protagonisti, su fronti opposti, per comprendere lo stato (grave) di salute del calcio italiano. Zaniolo: ho giocato su piattaforme illegali ma non sul calcio. Dopo l’interrogatorio a Coverciano e il rapido patteggiamento per Fagioli e Tonali con ampi sconti di pena in partenza c’è un terzo reo confesso che rovescia ombre sul Sistema Calcio al di là della debolezza personale. Vicario, il portiere dell’Italia alle spalle di Donnarumma con Meret, dichiara: ho sognato da anni poter giocare in Premier League, sono felice. A lui è andato anche il Premio Gentilezza Ussi con intuizione della collega fiorentina Gaia Simonetti per aver accolto una famiglia ucraina sradicata dalla sua terra. 

 Verso il futuro, il presidente del Napoli campione d’Italia e maestro del fair play finanziario, cioè Aurelio De Laurentiis, ha tuonato: non andremo in Arabia Saudita per la Supercoppa. I diritti umani non c’entrano naturalmente ma è una faccenda di date e chissà se non di percentuali ai club. I contratti nel calcio non sono pubblici, si sa. 

 E’ noto che la federazione calcio dell’Arabia Saudita, i cui vertici sono chiaramente espressione del Governo, aveva chiesto un appoggio per giocarsi la carta dei mondiali del 2030 che per tirarsi fuori per tempo dagli impacci causa scenario politico internazionale la Fifa ha assegnato con un anno di anticipo a Spagna, Portogallo e Marocco. I prossimi, 2026, già da tempo assegnati a Stati Uniti (dove la Lega A ha un importante ufficio) Messico e Canada. Dunque, Arabia Saudita ci riproverà per il 2034, con un decennio di tempo per diventare capitale del bel gioco e degli show legati al pallone. E’ noto anche che la federcalcio di Saudi Arabia contava sul partenariato con la Federcalcio Italiana per avanzare la candidatura ma nel tempo la posizione del presidente Gravina (nel frattempo diventato vice presidente Uefa ) è cambiata e la Grecia si è detta disponibile ad affiancare la candidatura. 

La campagna di immagine di Saudi Arabia procede spedita e non più tardi di un mese fa mentre a pochi metri (Palazzi della Politica) ci si interrogava sugli scenari del mondo e qualcuno storceva il naso per lo sponsor sulle maglie della Roma, alla Casina Valadier c’era il pomposo allestimento di Casa Saudi Arabia tra caffè verde e danze popolari. Accoglienza, gentilezza, voglia di mostrarsi. Rihyad season è un grande incubatore di spettacoli di musica, giocolieri, arte in genere per calamitare persone da altri continenti nella capitale saudita che ha disponibilità di hotel, trasporti con la nuova metro, e quanto serve al visitatore. 

Di certo tocca ad analisti – seri – e senza pregiudizi e non con visite di pochi frettolose giornate valutare le condizioni di libertà nei Paesi ma conta molto non avere pregiudizi. Tornando al nostro calcio di sicuro per i suoi show e i suoi affari si ritrova tra guai e posizioni che sono più tema da Nazioni Unite che delle stesse eterne rivali Fifa e Uefa. 

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